PISTAAA!!!

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Se devo percorrere a piedi qualche centinaio di metri da casa mia alla sede di lavoro e vengo investito, secondo voi l’Inail mi risarcisce il danno?

La risposta giusta è SI.

Ma, se anziché andare a piedi prendo la mia bici e vengo ugualmente investito (che sfiga!), cosa succede?

I soliti cavillosi risponderanno: dipende da che tipo di bici, oppure dipende se sulla strada percorsa c’era una pista ciclabile, o dipende a quanto stavi andando, o se avevi il casco omologato…

Il fatto è che io in bici per motivi di lavoro ci vado davvero, soprattutto con il bel tempo oppure nelle ore di maggior traffico cittadino. Per questo ho accolto con stupore, misto a soddisfazione, la notizia che la Corte di Cassazione ha stabilito che tale infortunio è indennizzabile. Con questa decisione si supera il principio secondo cui l’uso di un mezzo privato da parte di un lavoratore per recarsi al lavoro deve essere “necessitato”, altrimenti non può essere indennizzato dall’Inail.

“Un sostanzioso risparmio sui tempi dei viaggi per motivi di lavoro – si legge nel dispositivo  della Corte – permette infatti di salvaguardare meglio alcuni diritti costituzionalmente garantiti, come quello alla salute, alla dignità sociale, alla vita di relazione, nonché di raggiungere in maniera riposata e distesa i luoghi di lavoro, assicurando un proficuo apporto alla organizzazione produttiva” (Sentenza n.7313 del 13 aprile 2016).

Proprio come avevo pensato qualche anno fa comprando la mia bicicletta.

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